Supercain

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“Allora faccio partire il nastro?”
“Sì.”
“Uhm… Da dove cominciamo?”
“Dalla genesi?”
“Sì, certo, che stupido… Perciò lei sarebbe Caino.”
“Io sono Caino.”
“Il cattivo ragazzo per eccellenza, insomma.”
“Il primo assassino, prego.”
“Eh, ma così sembra quasi riduttivo. Caino è il cattivo ragazzo per antonomasia. Anzi, meglio, il supercattivo per eccellenza. L’originale.”
“Forse questa non è stata una buona idea…”
“No, coraggio mi ascolti. Lei è praticamente il padre putativo di Lex Luthor. Il nonno di Magneto. Se ne rende conto, vero?”
“Mai sentiti.”
“E’ proprio quello che volevo dire: non c’è confronto! Però dobbiamo essere sinceri, lei e io. Il classico è il classico, per questo non si batte, ma deve essere capace di rinnovarsi. Altrimenti comincia anche lui a sapere di già sentito. Mi segue?”
“A dire la verità, no.”
“Come posso spiegarmi… La letteratura è una gran cosa. Voglio dire, non c’è libro più grosso e pesante… In senso buono, di valore… Della Bibbia. Tutti ne hanno una copia a casa. Ma perché nessuno la legge mai?”
“Crisi delle coscienze?”
“No, no, qui si parla d’intrattenimento. Quella è una storia fatta e finita, che poi vorrebbe dire morta e sepolta. I buoni sono i buoni, i cattivi restano cattivi.”
“Non mi pare.”
“Sì, d’accordo, adesso mi tirerà fuori Lucifero. Ma la Caduta non è neanche un colpo di scena, in sostanza è un prologo. E da lì lui diventa il cattivo per eccellenza, senza mai un’occasione di riscatto.”
“Dubito che se ne farebbe molto.”
“Non è questione di un riscatto effettivo. Più che altro di mescolare le carte in tavola. Ha presente il nemico del mio nemico è mio amico? Ecco, è così che il cattivo si guadagna l’empatia della gente. Stando dalla parte del buono, una volta tanto.”
“Ma perché mai?”
“Perché il cattivo è sempre più fascinoso. E’ imprevedibile, oscuro e tutti in fondo vogliamo credere che abbia le sue ragioni. Che non sia una furia impersonale come… Chessò, una tempesta ghiacciata. Vogliamo vedere il dolore e il sangue.”
“Non sono molto convinto.”
“Mi creda. Non le sto proponendo di saltare dall’altra parte della barricata per davvero. Una storia. Una sola. Direi quasi uno spin off. Le assicuro che se lo chiedono tutti.”
“Cosa? Perché ho ucciso Abele?”
“No, quello è risaputo. Il punto è che tanta gente sotto sotto simpatizza con lei.”
“Con me?”
“Sì, non metta su quella faccia. Tanti sospettano che Abele in fondo se la sia cercata. La gelosia è un bel movente e non è mica detto che debba essere infondata. Più importante ancora, c’è la forza.”
“Non ce n’è voluta poi molta.”
“Su, su, non faccia il modesto. Lei è quello forte, tra i due. Per questo la gente si chiede… E se in fondo Caino non avesse tutti i torti? Pensate a cosa potrebbe fare uno come lui, se solo stesse dalla parte giusta.”
“Dubito che se lo chiedano davvero.”
“Io di storie seriali me ne intendo. E quando la vedranno dalla parte della ragione, con il mantello al vento e una mano posata sulla spalla dell’eroe, si chiederanno se lei non avesse sempre avuto ragione. Si chiederanno se durerà. Si convinceranno che durerà.”
“Perciò dovrei rinnegare me stesso.”
“Ma no, poi si torna alla normalità naturalmente! E via di altri trecento numeri, con una figura di antagonista intrigante, tridimensionale e sorprendente. Con il bianco e nero non si va più da nessuna a parte, creda a me. Allora… Che ne dice?”
“Dico no.”
“Ma come? Ehi, no, il mangianastri no. Non lo lan…”

Categorie: Gola - Le frittelle di Caino

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