Ricci e castagne

 

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Si dice che non sia più tempo di tradizioni popolari, ma del resto si dice anche che non ci sono più le mezze stagioni, eppure l’autunno viene lo stesso. E con l’autunno le castagne e con le castagne i bambini che escono da scuola insieme a raccoglierle e con i bambini anche i grandi che hanno bisogno di una scusa per svagarsi nei boschi.
Tuttavia a ogni bambino piace esplorare, soprattutto nei dintorni di casa e con il sole alto nel cielo. Allora la solitudine assume un bel sapore. Così, uscito di scuola, un ragazzino si era avventurato nel bosco e aveva già un sacchetto mezzo pieno di castagne, quando incontrò un vecchio (o forse solo un adulto, chissà) seduto su un tronco spezzato. Anche lui aveva un sacco, ma grande e non di plastica. Di tela, come si usava una volta. Il bambino non ricordava di averlo mai visto in paese.
Stava per passare oltre, quando il vecchio sollevò lo sguardo dal bastone tutto storto che stava pulendo.
“Arrivi tardi. Le castagne migliori se le son già prese.”
“Chi? Gli scoiattoli?”
“Cosa diavolo c’entrano gli scoiattoli adesso?”
Il bambino rise: nessuno imprecava mai davanti a lui, non con quel gusto almeno.
“La maestra ci ha detto che le castagne si sono messe d’accordo con i ricci, per farsi difendere dagli scoiattoli che le mangiavano tutte. Per questo hanno le spine.”
“Ah.”
Il vecchio rimase a bocca aperta, talmente assorto che il bimbo si chiese se non fosse il caso di spiegargli che era solo una leggenda. Alla fine, però, decise di fargli un complimento. Ai grandi piace quando gli altri dicono che sono bravi.
“Comunque mi sa che le ha prese tutte lei. Altro che scoiattoli.”
Il vecchio guardò il suo sacco e lo spostò più vicino.
“Ci faccio la farina.”
“Non le caldarroste?”
“No. Preferisco le frittelle.”
Il bambino non aveva mai assaggiato frittelle di castagne.
“Dov’è che le fa?”
“Un po’ qua, un po’ là.”
“Si possono provare?”
Il vecchio lasciò cadere il bastone e si protese in avanti, guardando il ragazzo dritto negli occhi. Sembrava che cercasse qualcosa, come uno che legge le scritte piccole sul bugiardino di una medicina importantissima. Alla fine sorrise.
“No, non è roba per te.”
Poi, senza aggiungere altro, si caricò il sacco in spalla e cominciò a scendere, giù verso il paese. Sotto agli occhi del bambino, scivolò e ci mancò poco che cascasse per terra. D’istinto il ragazzo si era avvicinato, come se davvero avesse avuto una speranza di sostenerlo, e così si era accorto che qualcosa era caduto dal sacco del vecchio: non una castagna, ma un riccio. Incuriosito, strizzò gli occhi per guardare bene l’ammasso di tela che oscillava sulla schiena del vecchio e così si accorse che era tutto punteggiato di aculei che spuntavano.
Il bambino sorrise, senza una ragione in particolare. Solo quando tornò in quel punto preciso del sentiero, ormai a ridosso del tramonto, si domandò se il vecchio facesse davvero la farina con i ricci o se fosse lui la vera leggenda delle castagne, quello che le ricopriva di spine per proteggerle… O forse solo per fare un dispetto a tutti gli altri.

Categorie: Gola - Le frittelle di Caino

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