Cain Manga Collection

 

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C’è una musica dolce e triste, nella galassia… Mentre l’eroe piomba verso la Terra, tagliando in due l’atmosfera. I suoi occhi luccicano, enormi e spalancati, senza temere le frotte di nemici che tentano di sbarrargli la strada nel vuoto. Astronauti, a decine e decine, collegati all’astronave madre con i loro tubi candidi, come grotteschi frutti che penzolano da un albero alla rovescia. Spalancando le braccia per controllare la caduta, il paladino della giustizia rimbalza tra caschi e tute, più rapido della pallina in un flipper: la musica diventerebbe frenetica… Se solo potesse esistere nello spazio aperto.
Come una palla di fuoco, l’eroe precipita al suolo e solleva un enorme nuvola di polvere. Per lunghi istanti l’umanità trattiene il fiato, domandandosi se sia sopravvissuto all’impatto, finché un’ombra dalla posa gloriosa li rassicura. Ma una nuova minaccia attende il campione: i Sette Oranghi Invincibili lo hanno già accerchiato. Urlano la loro sfida al cielo, si battono sul petto e, rigorosamente uno alla volta, si gettano all’attacco. Ciascuno di loro ha una mossa segreta e l’annuncia, prima di colpire il nostro eroe che non riesce a trovare contromisure. Si accascia, con il sangue che gli riga l’angolo della bocca, mentre un flashback improvviso gli attraversa i pensieri.
“Caino, non arrenderti!”
E’ il coniglio lunare, amico di mille battaglie. Si allenavano insieme, tra indicibili sofferenze, in attesa del giorno in cui Caino sarebbe andato a caccia del nemico di sempre. Abele, l’Oscuro, Malvagio Abele, Fratello e Opposto dell’eroe.
“Il punto debole dei Sette Oranghi Invincibili è il fuoco!”
Armato di questa nuova consapevolezza, il paladino della giustizia annuncia agli oranghi che estrarrà un accendino dalla tasca e provvederà a incendiare la pece che compone il loro rivestimento, notoriamente infiammabile. Quindi dà seguito con l’azione alle parole e, in un concerto di urla strazianti, i mostri avvampano, gettandosi da spaventosi precipizi provvidenzialmente disposti nei dintorni.
Un ghigno solca per un fuggevole istante l’espressione impassibile dell’eroe che avanza dritto verso la meta. Il mondo intero sembra sconvolto da esplosioni atomiche. Sulla faccia della terra, gli oceani paiono scomparsi, e le pianure hanno l’aspetto di desolati deserti. Eppure un enorme palazzo, splendente e di squisita fattura, si erge nel nulla circostante. La fortezza di Abele, conosciuta anche come Versailles.
L’immane portone d’argento si spalanca e ne emerge una linea di uomini in uniforme. A passo di marcia, si dispongono in un semicerchio, armati di tutto punto. Un plotone di flauti, oboi, fagotti, controfagotti, ebani e ottoni assortiti viene puntato contro il paladino della giustizia. Senza preavviso sparano, un accordo fulminante che quasi coglie l’eroe allo sprovvista. Lo evita d’un soffio, come guidato da un settimo senso, ed è allora che sfodera la sua arma, più tonda e brillante di una medaglia. Con una rapidità abbacinante, scaglia la frittella come un disco e quella va a conficcarsi dritta in un corno francese: il musicista soffia con tutte le sue forze, diventa paonazzo nella sua uniforme settecentesca e capisce che qualcosa non va. Ha appena il tempo di mormorare “Non può essere! E’ incredibile! Tu non puoi… Non ci credo!” prima di esplodere insieme alla sua contorta arma d’ottone. Ma Caino non ha tempo di badare alla sventura di uno, quando sta facendo calare una grandine di distruzione su tutti gli altri. In una cacofonia di note stonate ed esplosioni la Chambre di Luigi XIV è sconfitta.
Solo di fronte al portone di Versailles, l’eroe cade in ginocchio e si prende la testa tra le mani. Ricorda il dissidio con Abele, il colpo che credeva fatale e gli anni passati senza sospettare che suo fratello era vivo, a tramare nell’ombra.
“Abele!”
Lo chiama una, due, tre, dodici volte, mentre di nascosto rimugina sull’epico discorso da sciorinare quando il maledetto si degnerà di comparire. Poi, all’improvviso, il portone torna a socchiudersi e sembra attrarre Caino che cade verso lo squarcio nero, cade, in preda alla vertigine, cade…

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Caino si sveglia di soprassalto, guardandosi intorno con il cuore che gli batte in petto. Si passa una mano sulla fronte sudata, si sfrega gli occhi cisposi e sospira appena. Basta cartoni giapponesi prima di andare a dormire!

Categorie: Gola - Le frittelle di Caino

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