La luna storta del coniglio – Passo passo

Ho una confessione da fare: le macchine inutili sono la mia piccola fissazione personale. C’è chi scarabocchia cuoricini, chi si diletta con i fiorellini e chi disegna robe geometriche. Io quando sono annoiata oppure ho voglia di svagarmi disegno macchine inutili. Non so bene quando ho cominciato a farlo, credo in un momento imprecisato del liceo. Più che altro all’inizio si trattava di cavi elettrici e quadri con pulsanti. Poi ho iniziato ad aggiungere congegni buffi che dovevano sembrare complessi e strani. Non so mai esattamente a cosa servano questi enormi macchinari con cui riempio fogli, tavole di legno o tovaglioli; ho sempre una vaga idea di cosa potrebbe fare il singolo pezzo, ma l’insieme cresce spontaneamente come la muffa nel gorgonzola (Che schifo). Non progetto mai il tutto, invece parto da un punto e vado avanti a casaccio, sull’onda dell’ispirazione del momento. Credo sia anche un buon esercizio di composizione, perché mi diverte l’idea che arrivati in fondo il disegno sia comunque equilibrato e ben distribuito. In questo caso l’ispirazione è stata la favoletta zen, i suoi allegri protagonisti sono diventati ingranaggi nella mia macchina infernale e devo dire che è stato divertente cercare di mantenere una certa casualità nell’approccio, pur sapendo in anticipo che alcuni elementi avrebbero avuto un riferimento preciso. Insomma questa è una macchina inutile un po’ atipica, un po’ meno inutile del solito. Speriamo almeno che abbia fatto buona compagnia al racconto di Oscar e vi abbia divertito un po’.

Maria 

D’accordo, nella citazione non c’è ombra del nostro eroe, ma bisogna riconoscere che è una bella coincidenza. Mentre noi europei abbiamo visto nella luna la faccia di una “simpatica canaglia” come Caino, punendola prima per un fascio di spine per poi metterla comunque a fare dei dolci, gli orientali hanno ben pensato di farla abitare da un coniglio protagonista di una favola zen. Stessa luce, ispirazioni ben diverse.
In un primo momento ho pensato a come descrivere il coniglio per ottenere l’effetto comico. Aspetto tenerissimo e caratteraccio? Già visto e rivisto. Grande, grosso e incredibilmente stupido? Già fatto e rifatto. Alla fine ho deciso di prendere il candore della bestiolina in senso letterale, scegliendo la strada del dialogo per dare tutto lo spazio alla divergenza di vedute tra lui e Caino. Inesauribile rancore contro distacco zen, è una bella lotta anche con frittelle e mochi a fare da aperitivo.
E’ anche uno scontro tra logorroici, perciò volevo che il botta e risposta risultasse caotico, infilandosi di continuo nella struttura della leggenda che il coniglio si sforza di raccontare. Caino non mi avrebbe mai perdonato se l’avessi fatto risultare perdente un’altra volta, perciò ho chiuso con un trucchetto alla Tom Sawyer per piegare il povero animaletto alla sua volontà. Dopotutto i maestri di vita non piacciono a nessuno, perciò che male c’è a sbertucciarli un po’? Dopo aver inumidito le tuniche di tanti monaci, spero che questa storia abbia fatto sorridere qualcuno.

Oscar

Categorie: Accidia - Le fatiche per Caino

2 commenti

  • Iara

    Ogni volta che “mangio” una frittella nuova penso: ah si si questa è la mia preferita… E invece riuscite a sorprendermi tutte le volte, tutte davvero!!! Perchè è un continuo crescendo di meraviglia … Sempre!!!
    Siete assolutamente meravigliosi.

    • Oscar

      Grazie mille Iara, per il commento più dolce di una frittella, ma soprattutto per averci sempre sostenuti 🙂

      In tema di sorprese, restiamo davvero stupiti quando raccontiamo una storia e sentiamo l’eco di qualcuno che ci ride su.
      Ci si sta bene in una grotta del genere, soprattutto quando c’è Maria a riempirla di graffiti.

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