Sul lettino – Passo dopo passo

 

Ci sono frittelle indigeste, che ti si piantano su e giù e non vogliono saperne di friggersi pacificamente. Non questa. Questa è filata via liscia come l’olio: ho letto il pezzo, ho avuto l’idea. Facile come bere un bicchier d’acqua. Poi ho fatto una bella ricerca su internet, sapendo che ci avrei messo il faccione austero del Signor Sigmund Freud. Volevo anche un’immagine di fondo che fosse un testo scritto, riconducibile a Freud e stato scritto a mano, se possibile. Quando ho trovato questa bellissima carta intestata, non potevo credere che tutto stesse filando così liscio. Mi sono quindi messa a giocare con i ritagli, aprendo a dismisura la boccaccia larga del più famoso e famigerato psicologo della storia. Ho anche staccato il braccio dal corpo, in modo che l’immagine fosse meno realistica e più inquietante. E via a ritagliare la lettera per poi strapparla, così da donare un po’ di movimento alla composizione. Arrivata a quel punto, ero piuttosto soddisfatta e non restava che divertirsi un po’ a pasticciare l’immagine. Infine ci ho messo una bella testa, in onore del miglior trattato di frenologia, e il nostro dottore è stato ben contento di allungare le mani, una sul cervello del paziente, l’altra su una matita pronta a scrivere e analizzare. Per ultimo il fumetto: siete riusciti a leggere la scritta? L’ho fatta un po’ complicata e deformata apposta, per poter giocare a psicanalizzarvi in base a quello che ci vedete. Tanto, alla fine, lo sappiamo tutti, no? Si tratta di un Simbolo fallico.

Maria

Il mio rapporto con la psicologia è davvero molto, molto vago. Ricordo di aver dato, come non frequentante e quindi con un programma completamente diverso, un esame di teoria della lettura… O sociologia della letteratura? Be’, insomma, la letteratura c’era. All’appello prima di me c’era una ragazza abbastanza in difficoltà finché, con un eloquente sbuffo di chiara misericordia, il professore ha sollevato una penna rossa chiedendole: “Questo cos’è?” e lei, fulmine e sollevata: “Un simbolo fallico!”. Credo di essere rimasto a sbattere gli occhi con la bocca socchiusa, come nei cartoni animati.
Insomma, la psicologia è un universo che mi è capitato di lambire, ma ho sempre trovato i suoi paesaggi decisamente alieni. Chiedo quindi venia a tutti coloro che se ne intendono, per il mio ritratto appena accennato dell’esimio dottor Sigmund Freud. Volevo che Caino avesse tempo di riflettere, lasciandosi andare in un flusso di coscienza, per mettere a fuoco le contraddizioni dei suoi interventi armati di frittella. Con la stessa disinvoltura può innescare una vendetta (più o meno volontariamente), o mandare all’aria i piani di chi gli capita a tiro. Non sembra un comportamento sano.
Non c’è molto da dire su come l’ho scritta: Caino parla a ruota libera e ho cercato di rendere il suo tono il più colloquiale possibile. Di contro la diagnosi freudiano consiste in un rimescolamento di sue citazioni, con il gusto dell’iperbole. Ormai il nostro eroe ci sta a pennello nei panni della sciocca spalla comica, non trovate? Ora, però, è meglio che mi dia alla fuga, perché temo mi abbia sentito!

Oscar

Categorie: Accidia - Le fatiche per Caino

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