Ingrediente segreto – Passo dopo passo

La penultima frittella. Wow. Suona proprio strano. Ma non è ancora il momento del boccone della creanza, l’ultimissimo che si lascia nel piatto per far capire che si è sazi, perciò non pensiamoci adesso. Del resto gli imprevisti sono all’ordine del giorno.
Infatti io non avevo idea di dove Oscar sarebbe andato a parare questa volta: non saranno parole da vera cuoca, ma l’ingrediente segreto non era contemplato. Credevo fosse una cosa tipo placebo, tipo la fiducia in se stessi o l’incazzosità imperante di Caino. Invece… In fondo ci dev’essere una ragione se si dice “nero come il peccato” per riferirsi a un buon caffè, no? Quindi giù a disegnare. E ritagliare.
Mi ero ripromessa di evitare la crudele e raffinata arte del ritagliato, perché richiede un sacco di tempo. Ma, non appena mi è venuta l’idea dell’albero inscritto nella mela, ho saputo di essere fregata. C’erano persino i semini, capite? Semini da ritagliare.
Così ci sono ricascata. Devo ammettere, però, che, dopo essere partita a spron battuto con l’albero, non sapevo bene come regolarmi per lo sfondo. Con Oscar abbiamo sfogliato una serie di simboletti strani, più o meno esoterici ed ammiccanti all’eternità, finché mi sono resa conto che non ci sarebbe stato niente di meglio del giorno e della notte. C’erano persino nel Paradiso Terrestre, sono espressamente citati. E da lì si rincorrono, non solo ogni giornata della nostra vita, ma anche in ogni libro che leggiamo con il loro simbolismo chiarissimo ed efficace di bene e male.
Caspita che discorso mi è uscito stavolta! Del resto cos’altro vi posso dire di matite e forbici? Giusto di non ascoltare quelli che vi dicono di usarle a punta arrotondata, una volta finite le scuole elementari.

Maria

Ecco qui, dall’Inferno al Paradiso, seguendo la linea ondivaga di un serpente. Fa uno strano effetto avvicinarsi al finale di una storia che è stata sempre e solo episodica, senza una struttura predeterminata. Da un lato non si vuole attaccare qualcosa di posticcio per forza, dall’altro non si può negare che tutto e tutti hanno bisogno di una fine. Per sentirsi appagati o anche solo per restare delusi, ma voltando pagina.
Maria ne parla come se io avessi un piano diabolico fin da principio, ma la verità è che sapevo solo di voler usare la Genesi in chiusura. Anche se dopotutto è un controsenso simpatico, questo non significa che avessi già per le mani o quanto meno in mente il frutto proibito come ingrediente delle frittelle. E’ una di quelle risposte che ti vengono naturali, proprio quando ti servono. Et voilat, il gioco è fatto.
Poi mi sembrava strano di non aver ancora dato la parola al Maligno, all’Avversario, a quello che potrebbe essere il nume tutelare di Caino… Se non fosse che per definizione non tutela proprio nessuno. Del resto Caino è scampato a ogni punizione, mentre a lui è toccato precipitare dalle stelle alle stelle, perciò a ben vedere sono storie ben diverse.
Resta proprio un ultimo punto di domanda. Caino resisterà alla tentazione? No, d’accordo non suona come una domanda seria. Allora piuttosto… Caino potrà infine assaggiare una delle sue frittelle? E cosa accadrebbe in quel caso?
Un affastellamento d’interrogativi che fa tanto conclusione di un episodio da serie televisiva di terz’ordine. Dai, venite a provare anche l’ultima frittella di Caino!

Oscar

Categorie: Accidia - Le fatiche per Caino

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.