Hashashin – Passo dopo passo

Ci sono settimane buone e settimane di delirio. Così dice la saggezza popolare araba, o almeno dovrebbe perché questa non è stata una settimana buona. Con pochissimo tempo a disposizione, mi sono cimentata nella difficile arte di tramutare una foto da topo Gigio con turbante, fatta per scherzo a Oscar, in qualcosa di un po’ più oscuro e assassino. Ho preso due diversi scatti della serie e li ho lavorati con Photoshop. Innanzitutto un bel livello di regolazione con miscelatore canale e uccidiamo i bei toni allegri, in favore di un bianco e nero. Una rapida aggiustatina ai toni, scegliendo di convertire la faccia con un filtro giallo e il turbante con un filtro verde, e via verso la fase successiva. La foto era ancora troppo sexy e piaciona per i miei gusti, quindi ho aggiunto un altro livello con la foto più ravvicinata e ho usato il metodo di fusione hard light per vedere cosa sarebbe successo. Il viso così distorto mi convinceva molto di più e mi piaceva il modo in cui gli occhi delle due immagini risultavano vicini, con la bocca un po’ deformata. Però volevo rompere ancora l’immagine, frammentarla di più. Mi sono quindi armata di maschere di livello e ho creato dei tagli nell’immagine sovrapposta. Per l’immagine finale ho poi duplicato ancora il livello, sfalsato la maschera di livello in modo da ottenere gli stessi tagli in altri punti e ho cambiato il metodo di fusione del livello copiato, impostandolo su sovrapponi in modo da sporcare ancora di più l’immagine. Per finire una passata di grana sull’immagine sovrapposta, in modo da togliere definitivamente quel senso di pulizia che c’era nella foto originale. E grazie al cielo la settimana del delirio è passata (quasi).

Maria 

L’intreccio tra le tre grandi religioni monoteistiche è un pozzo pieno di sorprese; anche se a tutti noi piacerebbe che, a fare da contraltare al calderone borbottante delle immagini celesti, facesse da contraltare un po’ più di tranquillità sulla cara, vecchia terra. Ho sempre trovato affascinante l’arte islamica: non posso dire di conoscerne la letteratura, ma l’architettura e il gusto decorativo mi hanno spinto verso più di un viaggio. Maria avrebbe potuto scegliere tra volte finissimi e colori sgargianti, io avrei potuto ispirarmi all’elegante poesia medievale araba… Invece abbiamo tirato fuori la setta dei Nazariti, cupi assassini a cavallo tra mito e realtà. So che suona tristemente attuale parlare di sicari invasati, talmente dediti alla causa da farsi uccidere senza battere ciglio (da qui la convenzione occidentale che i membri della setta fossero dediti all’hashish), ma bisogna ammettere che un nome come “Il vecchio della montagna” è davvero evocativo. Per non rovinare il quadro, forse dovrei evitare di dirvi che il mio primo contatto con questa setta è dovuto al gioco di ruolo Vampiri La Masquerade, già citato qualche frittella fa (siamo a più di metà strada, ci credereste?), ma a cosa servono i retroscena se non a mettere in imbarazzo noi e Caino?
A proposito del nostro eroe, uno dei motivi principali che mi ha spinto alla scelta era la volontà di rompere la ripetitività di Caino che va a trovare qualcuno. Ho voluto anche fregargli la palma dell’assassino, cercando di fare un po’ di confusione. Non so quanto possa aver funzionato, con il tono vagamente epico e i riferimenti ad Allah fin dal primo giro, ma, se anche solo per un momento vi siete chiesti se Caino fosse la vittima o il sicario, allora mi posso dire più che soddisfatto.

Oscar

Categorie: Accidia - Le fatiche per Caino

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.