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In data 12 settembre, si apre la riunione del Gruppo di Supporto Antagonisti Rinomati.

Chiamato a fornire la propria testimonianza, il signor Caino fa richiesta di “passare la mano”, formalmente negata dal moderatore come da regolamento.
Dietro al reiterato invito d’intervenire, il signor Caino prende infine la parola.

“Mi chiamo Caino e sono… Dai ragazzi, guardiamoci negli occhi. Sono un nessuno.”

A questo punto il signor Polifemo scoppia a piangere, inondando in una cascata di lacrime il vicino Re dei Goblin che si rintana sotto la sedia. Caino riprende.

“Scusa Pol, pessima scelta di parole. La sostanza non cambia, però. So che alcuni di voi guardano a me come a un modello, o addirittura come a un padre, ma ragazzi… E’ ora di svegliarsi! Se ho accettato di venire qui, è per provare a levarvi le fette di salame dagli occhi. Essere me è una schifezza.”

Il brusio suscitato dall’intervento lo interrompe, finché il moderatore riporta il silenzio.

“Ammazzare mio fratello non è stata una gran mossa. C’è chi l’ha fatto con risultati molto migliori, coprendosi di gloria e scaricando sull’altro la figura dello psicopatico. Io invece no. E voi nemmeno, se siete qui. Non avete paura, dell’immensa solitudine dei mostri? Questa è una citazione di qualche tipo, vero?”

L’Imperatore Caligola solleva un dito per prendere la parola, ma con solerzia il suo sponsor, il cavallo Incitatus, lo riporta a più mini consigli. Un cenno di zoccolo e il signor Caino può riprendere.

“Comunque, sul serio, dovete smetterla di farvi prendere in giro. Iago, non sei un fine tessitore di trame, ma solo un dannato sociopatico. Il moro con cui dovresti prendertela è Aronne, quello che vuole avere l’anima nera come la faccia.”

Per un attimo scoppia il putiferio, ma il moderatore urla più alto di tutti. Tocca di nuovo al signor Caino che si terge la fronte con la mano, grattando un poco il marchio.

“Non fraintendetemi, non sono qui a dirvi di cambiare sponda, né nient’altro. Solo che delle due cose una: o la smettete di compiacervi delle vostre imprese, o la smettete di lamentarvi perché nessuno vi capisce.”

Numerose domande cariche di sfida si alzano dal cerchio, ma il signor Caino le sovrasta senza bisogno di alcun aiuto.

“IO sono il PRIMO e l’UNICO marchiato senza speranza. Quello che dovreste schivare tutti quanti. Voi potete fare quello che vi pare. Potete scegliere. Se non piacete a nessuno, è solo colpa vostra. Se fate il male…”

L’impeto del signor Caino viene interrotto. Il moderatore lo sta strattonando per la gamba dei calzoni con una certa insistenza.

“Tu mi piaci. E se fa male, metti cerotto.”

Ancora una volta la vocetta del bambino risuona più chiara di tutte le altre.
Il signor Caino accenna a riprendere, due volte, poi desiste e sfrega una mano sui radi capelli del moderatore. Quando lo prende in braccio, il bambino ricambia e il signor Caino svanisce. Letteralmente.

La riunione e il verbale si aggiornano.
Ma sia registrato con nota di merito il pronto intervento del signor Tremotino, capace di afferrare al volo il moderatore prima che rovinasse a terra.
A patto che si decida a restituirlo entro tre giorni dalla data odierna.

Categorie: Gola - Le frittelle di Caino

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