Grendel & Co. – Passo dopo passo

Questa settimana non c’è davvero granché da dire: niente fotografie, niente Photoshop, ho rispolverato il caro e vecchio disegno a mano. Per cominciare mi sono messa a pasticciare su carta da stampante, ma stavolta più che uno schizzo ho finito per ritrovarmi tra le mani una versione molto vicina al risultato finale. Anziché esserne contenta, ho borbottato un po’, pensando a improbabili scansioni e altre scorciatoie tecnologiche, prima di rassegnarmi a copiarlo su carta da acquarello, impiegando china e pennino per sottolineare il segno grafico. A quel punto ho messo mano agli acquarelli, con l’idea di inserire diverse punte di colore senza che risultassero troppo brillanti. Volevo che i mostri affondassero nel buio, in contrasto con la luce calda emanata dalla torta di compleanno. Una volta ottenuto il risultato, ho dato una passata di pastelli per sottolineare qualche dettaglio e perché mi piace che si leggano i segni grafici insieme alla grana della carta. Tutto qui.

Maria

Quando abbiamo scelto Caino… Chiedo scusa, quando lui ci ha scelti per le sue frittelle (meglio non contrariarlo), la cosa più stimolante è stata immaginarlo in qualunque contesto possibile. Spazio, tempo, realtà, finzione: non volevamo avere nessun limite d’ambientazione, né di tecnica. L’accostamento tra l’ingresso agli Inferi indicato nell’Eneide e la Salerno-Reggio Calabria strombazzata da ogni bollettino sul traffico vuole essere una dichiarazione d’intenti. Inoltre ho sempre trovato intrigante l’idea del fantastico dietro all’angolo della strada, se non altro come antidoto al grigiore di certe settimane che finiscono per farti pensare: “Ma è davvero tutta qui, la vita?”.
Mettendo da parte le malinconie d’inverno, sapevo che Grendel sarebbe stato il mio punto d’arrivo e che non avrei voluto mostrarlo, perché in fondo tutto quello che si vede di lui nel Beowulf è un braccio mozzato. Trovo che la tenebra e l’assenza siano molto più efficaci dei dettagli macabri e dell’indice alfabetico dei mostri. Quest’ultimo, in compenso, può essere uno spunto divertente come tutti gli stereotipi.
Da tolkeniano di ferro non ho potuto fare a meno di ficcare il naso tra la mitologia nordica, di tanto in tanto, e la classificazione degli Elfi, arrivata a noi piuttosto confusa e contraddittoria, è sempre stata ai miei occhi un indice della differenza che corre tra i frammenti sparpagliati delle antiche leggende e una costruzione mitica coerente, scritta da un autore moderno per lettori moderni come la Terra di Mezzo.
Sul Giappone, invece, la mia mia testa è piena soltanto di nebbia, vaghi accenni e barlumi di fumetti e cartoni animati. Mi sono permesso di tirare in ballo gli Oni, un po’ per il solito discorso di abbattere i confini citando una mitologia proveniente dall’altra parte del mondo, un po’ perché negli anni Maria mi ha fatto una testa così con l’Hokkaido e la cultura nipponica in genere. Anche il compleanno è colpa sua, visto che non troppo tempo fa è toccato a lei spegnere le candeline. Mi è sembrato comunque che come spunto creasse un bel contrasto, rendendo la frittella sicuramente più ironica di queste mie barbose spiegazioni. Alla prossima!

Oscar

Categorie: Accidia - Le fatiche per Caino

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