Marchiati

marchiati

Era ancora più ragazzo che uomo, eppure aveva tentato la fuga già due volte.
La prima era stato preso nei boschi circostanti alla piantagioni e solo il buon cuore di un cacciatore di schiavi, se mai può esistere una cosa del genere, gli aveva risparmiato l’impiccagione. Troppo giovane, ha tutto il tempo d’imparare. Meglio marchiarlo a fuoco. La seconda si era davvero illuso di avercela fatta, con i soldi che gli erano stati dati per una commissione aveva comprato un passaggio e messo piede in Tennessee. Non abbastanza a Nord: avevano trovato il suo nascondiglio, riconosciuto il suo marchio e ora eccolo qui, incatenato mani e piedi su un battello del Mississippi per fare ritorno a casa. Odiava se stesso quando chiamava così la tenuta del padrone. L’inferno in terra.
Cercò di mettersi più comodo sul ponte del battello, ma le catene erano pesanti. Sollevò gli occhi al cielo notturno, cercando la Stella Polare. Aveva sentito una canzone che diceva di seguirla, di seguire il Mestolo per Bere, se volevi trovare la libertà. Cominciò a ripeterla nella propria testa, finché smise di sentire la ruota di legno che sciabordava e i carcerieri si lamentavano dei loro problemi. Dopo un po’ i quattro uomini tacquero davvero, scendendo sotto coperta o trovandosi un angolino comodo per stendersi, ma il battello non dava segno di volersi fermare, ineluttabile come una sentenza. Il ragazzo sapeva che non sarebbe scappato una terza volta. Il padrone l’avrebbe ammazzato, per dare l’esempio, per sfogare la rabbia, perché gli piaceva farlo.
Sentì le catene tintinnare e capì che stava tremando di paura. Si vergognò tanto che quasi scoppiò a piangere, ma tirò su con il naso e si fece forza, intuendo la luce di una lanterna in avvicinamento. Era il barcaiolo, uno zoppo con un cappellaccio e una coperta buttata addosso nonostante il caldo asfissiante. Non senza difficoltà, ripiegò il bastone sotto il braccio e si accovacciò davanti a lui. Gli diede una lunga occhiata.
“Tu devi essere il ragazzo marchiato. Non è così?”
Il giovane annuì.
“E’ dura scappare con uno di quelli addosso.”
“Non c’è niente di facile per un negro.”
Il barcaiolo ridacchiò, sfregandosi la fronte sotto al cappello.
“Io dico che un bianco sanguina altrettanto. Se lo pesti. Se lo frusti. E annega allo stesso modo. Fa le bolle.”
Tamburellò con le dita sulle labbra, come per divertire un bambino.
Il ragazzo pensò che doveva essere matto.
“Non mi credi? Allora facciamo una prova.”
Con un gesto rapidissimo, fece scattare il chiavistello ai polsi dello schiavo e gli spinse la chiave tra le mani. Un istante dopo era già in piedi, lasciando a terra il bastone.
“Ci sono otto schiavi su questa nave. Quattro carcerieri, con un solo moschetto. Magari riesci persino a non svegliarli.”
Il ragazzo pensò subito a un trucco. Si sforzò di distinguere il colore della pelle dell’uomo alla luce della lanterna, ma era di un giallo troppo denso e il cappello gettava ombre più scure del petrolio. Cominciò a liberarsi le caviglie.
Mentre la circolazione tornava a pizzicarlo, pensò che forse poteva semplicemente buttarsi in acqua e al diavolo gli altri. O forse il vecchio avrebbe dato l’allarme? E se fosse stato una specie di sadico che voleva solo vederli azzuffare?
Il giovane nero come l’ebano si levò in tutta la propria altezza, sovrastandolo.
“Chi sei? Perché?”
“Il primo uomo a essere marchiato deve spiegazioni solo al suo padrone.”
Sembrava una frase fatta, o il verso di una canzone, ma il ragazzo non l’aveva mai sentita prima d’ora. Alla fine il barcaiolo si levò in cappello, salutandolo, poi si portò una mano al volto. Un istante dopo era svanito.
Lo schiavo si fece il segno della croce e mormorò una preghiera, sicuro di aver appena visto il Diavolo. Proprio sull’amen, il suo sguardo incappò nel bastone e, prima ancora di rendersene conto, lo strinse con entrambe le mani. In quell’istante comprese che il vecchio barcaiolo non poteva essere Satana, perché lui l’aveva conosciuto bene, giù alla piantagione. Angelo o demone non aveva importanza, gli aveva restituito il suo destino senza chiedere nulla in cambio. Se non un’altra dose di giustizia.
Così un uomo libero scivolò nella notte con passo felpato, per risvegliare gli altri portatori del marchio e sottrarre il battello agli schiavisti.

Categorie: Gola - Le frittelle di Caino

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