Comics & Flames

 

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“No, dai, Halloween è un’americanata.”
“Allora diciamo Samhain?”
“In Italia? A Lucca poi?”
“Ognissanti?”
“Aggiudicato.”
Quando sei condannato dall’Onnipotente Dio degli Eserciti a una vita da esiliato, diventi bravissimo a parlare da solo. Caino riesce a portare avanti certe partiture a più voci che nemmeno un’orchestra alle prese con Wagner. E’ un bel trucco quando vuoi andare da qualche parte o fare qualcosa di diverso, senza prendertene la responsabilità.
Così è finito a Lucca, di questi tempi. Nel secondo millennio, insomma. E pertanto nel finesettimana della fiera del fumetto, quando Luca si trasforma da signorile e sonnecchiosa cittadina murata a delirante Babele di mille lingue e costumi. Quattrocentomila visitatori in quattro giorni, dicono. Ma è solo perché non tengono conto della coincidenza con Samhain. Pardon, Ognissanti. Al di là del nome che le si dà, è quella notte dove il velo tra il mondo dei vivi e quello dei defunti si allenta, in un’oscurità che rende difficile distinguere uno spettro da un costume, un mostro da una maschera e una storia dalla realtà. In una notte come questa persino il marchio sembra farsi meno pesante, sulla fronte di Caino: magari qualcuno potrebbe trovarla inquietante, ma per lui è una rilassante occasione di confondersi nella calca.
Una volta si è ritrovato a un tavolino con una coppia di calavere, gli scheletri messicani, e una cosplayer in armatura rossa. Loro sorseggiavano caffé nerissimo, lei si destreggiava con un cartone di spaghetti in brodo. Caino più che altro perdeva tempo, guardando fuori dalla vetrina la fiumana di gente che riempiva il vicolo.
“Bel costume, comunque.”
Era stata la cosplayer a rompere il ghiaccio. Le due calaveras sorrisero, scambiandosi uno sguardo complice, mentre la loro interlocutrice risucchiava la coda degli spaghetti.
“Viene da un cartone di scheletri stilosi? Tipo Famiglia Addams?”
“No, nulla del genere. Tradizione messicana.”
“E tu?”
Il gentiluomo aveva risposto, la gentildonna domandato. La cosplayer sgranò gli occhi.
“Ma dai! Non potete essere al comics e non conoscere Evangelion!”
I due si strinsero nelle spalle, contriti al punto giusto. All’improvviso la ragazza scostò il cartone con il ramen e si rivolse a Caino.
“Ma sei stupido?”
Lo stupore evaporò subito dalla faccia del primo assassino. Si voltò lentamente e altrettanto lentamente socchiuse le labbra, come se dovesse sfogliare tra una decina di maledizioni diverse. Ne aveva quasi scelta una, quando l’impudente streghetta in armatura rossa e parrucca scoppiò a ridere.
“Dai, è la citazione più famosa di Asuka! La sanno tutti! Ma da dove venite?”
Non parlava più con Caino, ma in compenso ora erano le due calaveras a fissarlo. Lui accennò a sfiorare il marchio, prima di rendersi conto che la coppia stava aspettando un suo segnale. Nell’incertezza il primo assassino annuì.
“Dalle fiamme dell’inferno.”
Lo scheletro lo disse con impeccabile charme, sfiorandosi la tesa del cappello.
Per qualche ragione la cosplayer arrossì e la gentildonna rincarò la dose.
“Anche se non siamo in Messico, è uno splendido Dia de los muertos. Musica, colori vivaci e rappresentazioni dappertutto. Tu stessa vesti di rosso sangue. E’ delizioso.”
Il complimento sbloccò la ragazza che smise di trattenere il fiato e sorrise.
“Troppo forte. Adesso scusate, ma devo andare dai miei amici al games. Con tutta questa gente, chissà che coda mi tocca!”
E sotto i loro occhi, prese la porta per le strade dei vivi.
“Mio signore Caino, è un privilegio.”
La calavera si scostò il velo e il suo compagno accennò a togliersi il cappello.
“Comodi, comodi. Godevi la festa.”
Infine scomparve. Al tavolo con due morti, in un bar pieno di vivi, davanti a una strada piena di gente in costume. Nessuno fece un fiato. Magia del Lucca Comics & Games.

Categorie: Gola - Le frittelle di Caino

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