Le porte della percezione – Passo dopo passo
Io lo so. Lo so. William Blake è inglese. Ma vuoi mettere il fascino del rinascimento? Dei bei tenebrosi dai capelli scuri e i farsetti colorati? Quando Oscar mi ha parlato di un ritratto istituzionale di Abele, io me lo sono visto così: su un fondo nero, con un bel vestito dal colletto alto e qualcosa di simbolico mollemente adagiato sul grembo.
Mi sono ispirata al quadro “Ritratto di giovane architetto” di Giuseppe Cesari. Mi piacevano l’espressione paciosa e il naso importante e la giacca color giallo senape. Quindi via, distorciamo il ritratto con la lente del sogno, via gli occhi e via anche il capitello che con Abele non vedo cosa possa centrare. Allora dipingiamo un bell’agnello con i colori acrilici e mi raccomando non facciamolo troppo definito, perché Caino e Abele sono i nostri uomini del mistero in fondo.
Devo dire che sono piuttosto soddisfatta del risultato; anche se Caino ci tiene a farvi sapere che né lui, né suo fratello hanno mai portato i baffi acconciati in quel modo. Troppo spagnoli, dicono.
Dopo aver scansionato il ritratto, ho deciso che raddoppiarlo gli avrebbe dato quel tocco un po’ surreale e kitsch che ci voleva per una situazione così tesa e drammatica. Sì, perché Caino fa tanto il melodrammatico, ma alla fine noi siamo qui anche per farci due risate, no? Ridendo con lui, eh, non di lui. Non sia mai!
Maria
Continuiamo con le ultime frittelle altamente selezionate. Il dipinto di William Blake mi ha colpito subito, con Caino e Abele così biondi, belli, muscolosi… E identici.
Avendo deciso fin da subito di non svelare il volto del nostro protagonista, il riflesso del fratello era il massimo a cui potessimo aspirare. Un ritratto più interessante di qualunque altro, dietro gentile concessione di un artista davvero visionario; oltre che ribelle come piace al nostro eroe. Entrambi hanno qualcosa da ridire con l’Onnipotente, tanto da essere pronti a mettere in mezzo il Satana, ma per Caino è molto più semplice scherzare con il demonio che con il fantasma di suo fratello.
Anche se ci avviciniamo alla conclusione della nostra avventura, il gioco resta sempre quello di sperimentare e paciugare, invece di fare i seri e tirare le fila. Così abbiamo una frittella in prima persona, dagli occhi di Caino, con tutte le sue fastidiose sensazioni. Sembrano distanti anni luce le frittelle dove faceva il saputello, distribuendo lezioni e punizioni: stavolta la sorpresa è tutta sua e, se chi va con lo zoppo impara a zoppicare, non aspettiamoci troppa lucidità dopo l’incontro con Blake.
Ci sarà una qualche resa dei conti con Abele? La verità è che, anche se ho ben chiare in testa le citazioni finali, non lo so nemmeno io. Come avete visto, Caino non è un gran modello, continua a muoversi, a sfuggire e si finisce sempre a rincorrerlo.
Vediamo dove si farà acchiappare.
Oscar
Categorie: Accidia - Le fatiche per Caino