Wake up, Cain – Passo dopo passo

L’arte ASCII è un mezzo artistico che si basa principalmente sui computer come supporto di presentazione; consiste di immagini prodotte componendo i 95 caratteri ASCII. O almeno così sostiene Wikipedia, perché io non ne avevo mai sentito parlare prima che Oscar mi illuminasse la giornata con un fantastico programmino, capace di convertire le fotografie in una fantastica sequenza di lettere, numeri e simboli. La cosa mi ha subito entusiasmata perché segretamente sono sempre stata una grande fan di Matrix (il film ovviamente, non il programma tv pallosissimo)  e di tutti quei numeretti verdi che scorrono sul monitor nero.
Ho scelto quindi una foto risalente al Gruppo di Fotografi Pigri, realizzata scattando 24 diverse foto e componendole in Photoshop. Mi sembrava adatta, così frammentata, un po’ disturbata e un po’ disturbante. Aveva un’aria adeguatamente digitale e abbastanza spionesca. Insomma, avete capito no? La colpa è sempre tutta delle corporazioni! Dopo averla processata con il fantastico programmino, che me l’ha risputata fuori sotto forma di una bella serie di caratteri, ci mancava ancora quel pizzico di tamarraggine che tanto piace al cyberpunk… O forse a me, in certe giornate. Perciò ho invertito l’immagine per ottenere il bramato monitor nero e poi ho dato una bella colorata di verde acido ai caratteri, per poterci sentire tutti quanti l’Eletto.

Maria

Il cyberpunk mi ha sempre affascinato. Sulla carta. In realtà non saprei indicarvi un romanzo che mi sia piaciuto davvero: ho l’impressione che finiscano sempre per trasformarsi in viaggi lisergici, dove il caos trionfa sulla trama, sui personaggi, insomma, su tutto quanto. Diciamo che mi piace l’atteggiamento del cyberpunk, con il suo cinismo noir rivolto a orribili megalopoli da incubo che se lo meritano davvero. Proprio per questo mi sono agganciato al primo riferimento utile (peraltro Cain & Abel è un software scritto da un italiano) per lanciare Caino nella matrice.
E’ chiaro che Matrix (l’unico. Non sarete mica di quelle che credono sia una trilogia, vero?) ci piace, ma non c’è dubbio che la fonte d’ispirazione per questa frittella sia il romanzo Neuromante di William Gibson. Da profano, non è facile ottenere il giusto mix di visioni allucinate e tecnicismi da smanettone, perciò ho letto passo passo come faceva il maestro e ho provato a imitare. Devo ammettere che è stato divertente; anche perché non soffrivo del complesso di lesa maestà della scorsa settimana con Tolkien.
Spero che il risultato non sia tanto male e, sì, del finale non si capisce niente. Mi sembrava doveroso ricreare quella sensazione di “Ma cosa diavolo…” che ha sempre contraddistinto il mio rapporto con il cyberpunk. Io, però, sono soltanto un imitatore, perciò vi posso promettere qualche spiegazione già dalla prossima frittella. Alcuni lo chiamerebbero cliffhanger, io so benissimo che si tratta di un ricatto bello e buono, ma mi auguro che non abbiate ancora fatto indigestione di zucchero a velo!

Oscar

Categorie: Accidia - Le fatiche per Caino

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