La Caina – Passo dopo passo
“Stavolta ci spostiamo dai fornelli al congelatore e pasticciamo con il ghiaccio. Dopo un primo bozzetto per valutare la composizione, ho stampato una bella foto di Oscar e l’ho schiaffata dentro un tupperware. Nemmeno fossi la moglie di un palombaro, ho aspettato trepidante di vedere se sarebbe sopravvissuta all’immersione e alla fine l’ho ripescata in gran forma, trovandoci solo qualche alone. L’effetto congelato mi è piaciuto subito, ma occhio al ghiaccio: solidificandosi cresce in maniera imprevedibile.
Imparata in questo modo la prudenza, mi sono lanciata sulla scelta della fotografia per il nostro bel tenebroso Mordred. Sapevo che avrei dovuto giocare con luci e ombre, perciò sono andata sicura a ripescare una foto che ricordavo bene, tra le mille mila scattate durante il Gruppo di Supporto Fotografi Pigri di Sara Lando. La cavia è sempre Oscar, stavolta illuminato con la tecnica del light painting: torcia alla mano, s’imposta la macchina fotografica su tempi lunghissimi e si gioca a dipingere il soggetto con aloni di luce. Nemmeno il tempo di provare un po’ di nostalgia e ho strappato la fotografia senza pietà. Infine ho costruito un’impalcatura per tenerla sollevata e l’ho posizionata in uno stampo da plumcake, riempiendolo d’acqua. Purtroppo mi sono dimenticata di fotografare a imperitura memoria i due stecchini con la loro generosa dose di scotch carta: dopo aver passato la notte rinchiusi crudelmente nel freezer a pozzetto non sono più stati gli stessi. Comunque mi sono consolata con il mio mega cubetto di ghiaccio e mi sono rintanata in terrazza, dove ho piazzato un fidato flash contro una parete bianca e ho fatto alcune prove d’illuminazione sul cubetto. Se il ghiaccio risulta così trasparente, è perché l’ho illuminato da dietro e inondato d’acqua per togliere la condensa. Tra l’altro, passando lo stampo sotto l’acqua calda, si formano tutte quelle belle spaccature nel ghiaccio. Invece non ho idea del perché si sia formata quella collinetta davanti alla foto: è stata una sorpresa inaspettata e non proprio gradita, visto che ho dovuto squagliarne un po’ con il phon.
Ancora scossa da questo assurdo accadimento, ho seguito il piano di battaglia procedendo al disegno a china, ma, come testimonia l’ultima foto, il povero Caino è venuto moscissimo e anche un po’ imbolsito. Dopo il primo momento di panico da scadenza incombente, ho deciso di dipingere le nubi ad acrilico, usando dei colori sul toni del grigio-marroncino-rossiccio, e naturalmente ho rifatto anche Caino. L’insieme ha funzionato subito molto meglio e sono soddisfatta della grana che il processo di stampa e la scansione hanno aggiunto alla foto di partenza. Visto che comunque non si butta via niente, ho aggiunto anche le linee del disegno a china, ma invertendole, perché trovo azzeccato l’effetto di movimento che aggiungono l’immagine.”
Maria
“La perifrasi della Commedia in genere non è esattamente la mia idea di pensiero felice, ma basta svincolarsi dall’Indovina Chi? con i personaggi storici minori e resta l’inestimabile vena immaginifica del buon Dante. Rimpastando miti e tradizioni, ci offre un lago ghiacciato dal batter d’ali di Satana in persona e un cavaliere con l’ombra spezzata da un colpo di spada, tutto nel giro di pochi versi. E poi vengono a raccontarci che la sensibilità fantastica non appartiene all’animo italiano, solare e realista.
Con questi ingredienti di prima qualità, mi sono divertito a mescolare sacro e profano, orrore e ironia, cercando di ottenere l’atmosfera agrodolce che vorrei accompagnasse sempre i passi del nostro Caino. Per quanto condannato a una vita di solitudine, sa bene di non essere unico nel suo genere e c’è un’intera bolgia infernale a dimostrarlo.”
Oscar
Categorie: Accidia - Le fatiche per Caino